La BCE spingerà il mattone, non subito
La BCE spingerà il mattone, non subito
Un recupero parziale dell’immobiliare è previsto dal 2016 parola di S & P e di Prometeia
Mauro del Corno
Bisognerà attendere il 2016 per assistere alla ripresa delle quotazioni immobiliari sul mercato italiano. La previsione è di Standard and Poor’s che ha valutato l’effetto delle cose della Bce. Il “quantitative easing” dovrebbe avere un impatto sui mutui sono già in molti paesi su livelli estremamente bassi (in Italia restano 30 punti sopra la media Ue).
Il programma Tltro (targeted longer term refinancing operation) costruito da Francoforte per favorire la ripresa del credito fornendo liquidità alle banche con il vincolo di utilizzarla con finanziamenti all’ economia reale esclude i mutui immobiliari per evitare la genesi di nuove “bolle”. Petrolio basso, euro debole e politica monetarie espansiva avranno un effetto positivo sull’immobiliare ma solo come conseguenza di una generale spinta all’economia, quindi in ritardo. I paesi che si mostrano più tonici sono Irlanda, Gran Bretagna e Germania. In particolare i valori tedeschi dovrebbero continuare a crescere nei prossimi due anni nonostante il rallentamento registrato nell’ ultima parte del 2014 giudicato temporaneo. La Germania in salute continua ad essere percepita come un’area estremamente sicura dove effettuare investimenti anche immobiliari. In Italia rimane debole principalmente per la crisi economica e l’elevata disoccupazione. I valori immobiliari calano ormai da 7 anni e anche nel 2015 i prezzi delle abitazioni dovrebbero ridursi del 2%. Nel 2016 è previsto un incremento dell’1%. Alcuni segnali ci sono.
Nel terzo trimestre del 2014 le compravendite sono aumentate del 4,1% rispetto all’ anno prima e secondo i calcoli di Nomisma dello stesso periodo i ricavi delle agenzie immobiliari sono salite del 10%. Secondo Roberto Bellinello, della società di consulenza Prometeia, esistono alcuni problemi strutturali che fermano il mercato italiano. Un eccesso di offerta dovuto anche alle forte produzione di immobili del periodo 2002-2008, un problema di redditi come portato della crisi e della disoccupazione, rendimenti dell’immobiliare fino a ieri poco competitivi e una bassa liquidità disponibile per le acquisizioni. Tutto questo fa sì che, soprattutto fuori dai grandi centri, le compravendite si chiudano a valori in media molto inferiori, a quelle che sono le potenzialità dell’immobile. Dopo la Bce, spiega Bellinello, i nodi della liquidità e dei rendimenti iniziano a sciogliersi. Con rendimento dei Btp del 5%-7% investire negli immobili era poco invitante. Oggi con gli interessi sui titoli di Stato che si collocano intorno al 2% e con le massicce immissioni di moneta da parte di Francoforte, il mattone torna interessante. Lo dimostra il forte afflusso di investimenti stranieri registrati nel 2014 che, evidenzia il consulente di Prometeia, rappresenta un primo segnale di inversione di tendenza. Anche l’eccesso di offerta è un aspetto destinato a ridursi progressivamente visto che negli ultimi anni le nuove costruzioni si sono quasi bloccate. Infine la nascita di una “bad bank” che alleggerisca le banche favorendo nuove erogazioni viene vista da Sophie Thairi di S&P come un passo positivo ma non sufficiente per accelerare la connessione di mutui residenziali. In Spagna una soluzione di questo tipo ha effettivamente agevolato la ripresa dei finanziamenti che però è stata innescata fondamentalmente dalla ripresa dell’economia.
Parola Chiave
Quantitative easing
E’ una politica monetaria non convenzionale con cui una banca centrale mira a rilanciare un’economia. La Banca centrale acquista sul mercato titoli di vario tipo (generalmente titoli di Stato, ma non solo) stampando moneta. Questa politica da un lato ha l’effetto di tenere bassi i tassi di interesse, dall’altro lato inietta sul mercato una grande massa di liquidità a basso costo. La Bce ha avviato l’operazione di liquidità che avrà inizio da Marzo (ma gli effetti non si vedranno subito) e si concluderà nel Settembre del 2016.