Mercato immobiliare
Secondo l’European Outlook 2016 di Scenari Immobiliari, presentato ieri a Milano, la crisi immobiliare “pare definitivamente terminata. Si apre un mercato con quotazioni stabili e una forte domanda di innovazione e qualità di prodotti”.
In tutta Europa i mercati immobiliari stanno crescendo ad un ritmo superiore al Pil: mentre la crescita economica nell'Unione europea a 28 dovrebbe essere dell’1,6 per cento nel 2015, il fatturato immobiliare sta crescendo del 4,5 per cento. E le previsioni per il 2016 sono di un ulteriore aumento.
Le quotazioni, salvo casi particolari, sono ancora in calo. Aumentano i volumi scambiati in quasi tutti i Paesi. A fare da traino le nuove costruzioni e la domanda estera.
RIPRESA ANCHE IN ITALIA. L’European Outlook 2016 di Scenari Immobiliari rileva che anche il mercato immobiliare italiano ha smesso di ridursi e per il prossimo anno si prevedono circa 500mila case scambiate, grazie alla maggiore facilità di accesso ai mutui e all'attesa ripresa dell'economia e dell’occupazione.
FATTURATO. Dopo diversi anni di calo, l’andamento del fatturato immobiliare ha registrato un’inversione di tendenza nel 2014, con una crescita lievemente superiore all’uno per cento nei cinque principali Paesi europei. Un aumento più consistente, intorno al 3,2 per cento, è atteso a chiusura del 2015, mentre la ripresa dovrebbe rafforzarsi nel 2016, con uno sviluppo previsto intorno al sei per cento”.
FATTURATO ITALIANO. “Anche il fatturato italiano – rileva l'European Outlook 2016 - è in fase di ripresa, con una crescita prevista intorno al 3,7 per cento nel 2015, mentre il 2016 dovrebbe segnare un altro incremento sino al 5,4 per cento, non lontano dalla media degli Eu5 (6,2 per cento).
Esclusa la Germania, dal 2000 ad oggi il fatturato dei mercati immobiliari è stato sostanzialmente stabile in termini monetari in Europa. In Italia neppure nel 2016 si raggiungeranno i livelli del 2000 e sarà necessario attendere il 2017”.
In Italia, “le previsioni indicano un aumento del fatturato in linea con la media degli altri quattro Paesi più importanti nel prossimo biennio. Più faticosa la ripresa dei prezzi e dell’attività edilizia, per i quali non ci sarà un’inversione di tendenza prima del secondo semestre 2016”.
PREZZI. In un continente con inflazione quasi inesistente, i prezzi sono destinati a restare bassi a lungo, salvo aree di sviluppo o particolari segmenti di mercato. “Le quotazioni – spiega il rapporto - sono rimaste pressoché stabili, in termini monetari, in Eu5. Solo il settore residenziale in Germania ha avuto un incremento del 21,4 per cento, ma partendo da una base modesta. Anche se l’inflazione è stata bassa, in pochi mercati le quotazioni sono state positive dal 2010 al 2015. In Italia il comparto residenziale si è contratto di quasi il quindici per cento e solo il commerciale ha fatto meglio.
Le previsioni per la fine del corrente anno sono di una leggera inversione di tendenza nelle quotazioni in quasi tutti i Paesi, Italia esclusa. Mentre Germania e Inghilterra si avviano ad una fase positiva dei prezzi, scenari incerti negli altri Paesi. In Italia solo in comparto commerciale retail indica un segno positivo nel 2015, mentre negli altri mercati i prezzi sono ancora in decrescita. Meno accentuata degli anni precedenti, ma ancora negativa. Solo per il 2016 si prevede un miglioramento delle quotazioni, legate a prospettive di lieve risalita di inflazione e crescita economica”.
MERCATO RESIDENZIALE. In Italia “il mercato residenziale sta avendo un leggero miglioramento in termini di compravendite. Per la fine del 2015 si potrebbe arrivare a circa 448mila e l’obiettivo di mezzo milione nel 2016 è realistico, dato il progressivo incremento dei mutui concessi dalle banche. La domanda, anche se in crescita, rimane ancora debole e con una propensione all’acquisto lontana dalle punte dei primi anni del secolo”. Secondo Scenari Immobiliari “La possibile riduzione delle imposte sulla proprietà potrebbe avere benefiche, seppur ridotte, ricadute sulla domanda, ma è più probabile che abbia effetti sulla generica propensione agli acquisti di beni di consumo piuttosto che di investimento. Andrebbe stimolato l’investimento privato e istituzionale nella residenza, ancora lontano dai parametri europei”.
“Nello scorso decennio – ha detto Mario Breglia, presidente dell'Istituto di studi e ricerche – i lavoratori stranieri hanno comprato oltre un milione di case in Italia. Una corretta politica dell’accoglienza e del lavoro può aiutare l’inserimento sociale anche attraverso la residenza e questo rimette in moto anche il sistema immobiliare”.